Oggi è il giorno del silenzio e dell’attesa. Ricordiamo la morte di Gesù e la sua riposizione nel sepolcro.
Gli amici di Gesù hanno avuto compassione del suo corpo. Lo hanno lavato, profumato, avvolto in un lenzuolo e riposto in un sepolcro scavato nella pietra.
Attorno alla tomba di Gesù si crea un silenzio profondissimo. Nell’aria si sente qualche cosa di nuovo. Ma intanto tutto tace.
Viviamo questa giornata in silenzio e in attesa.

 

Il sabato santo è il giorno liturgico in cui il culto cristiano celebra il Signore Gesù Cristo nel mistero della sua discesa agli inferi. Gesù Cristo, dopo che il suo corpo tolto dalla croce su cui è morto il Venerdì santo e deposto nel sepolcro viene preservato dalla corruzione grazie alla virtù divina, discende agli inferi con la sua divinità e con la sua anima umana, ma non con il suo corpo. Secondo certe tradizioni cristiane resta negli inferi per un tempo corrispondente a circa quaranta ore compiendo la sua vittoria sulla morte e sul diavolo, libera le anime dei giusti morti prima di lui e apre loro le porte del Paradiso. Compiuta tale missione, la divinità e l’anima di Gesù si ricongiungono al corpo nel sepolcro: e ciò costituisce il mistero della resurrezione, centro della fede di tutti i cristiani, che verrà celebrato nella seguente domenica di Pasqua.

Il sabato santo è un giorno di silenzio, di raccoglimento, di meditazione, per Gesù che giace nel sepolcro. Si attende l’annuncio della risurrezione di Gesù, annuncio che avverrà nella solenne veglia pasquale. Questa si svolgerà dopo il tramonto del sole ed è considerata parte della celebrazione della Domenica di Pasqua, per cui chi vi assiste compie il precetto di partecipare alla messa domenicale.

Un’antica omelia diceva: “Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.”

Il sabato santo è perciò “aliturgico”, nel senso che in esso non si celebra la messa, celebrazione che viene indicata alcune volte con il termine “liturgia” o “divina liturgia”, particolarmente nel rito bizantino.

“Soltanto il Venerdì e il Sabato santo la liturgia romana stabilisce che l’altare sia totalmente spoglio (privo di tovaglia, candelieri, croce, tappeti, ecc.), quale ‘icona’ della passione del Signore e assenza, in questi giorni austeri, della celebrazione del divin Sacrificio.”

La santa comunione si può dare soltanto in forma di viatico, cioè l’eucaristia impartita a chi è in pericolo di vita. Si esclude la celebrazione delle nozze e degli altri sacramenti, eccetto quelli della penitenza e dell’unzione degli infermi.


Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 6,3-11.
Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?
Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione.
Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato.
Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato.
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui,
sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui.
Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio.
Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 28,1-10.
Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare il sepolcro.
Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa.
Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve.
Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite.
Ma l’angelo disse alle donne: «Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso.
Non è qui. E’ risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto.
Presto, andate a dire ai suoi discepoli: E’ risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto».
Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli.
Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono.
Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno».