da “Il Corvo di Pietra” di Marco Steiner


-Abbiate ancora qualche momento di pazienza, amici, vorrei raccontare a tutti una storia molto antica.

Un brusio sommesso degli astanti commentò le parole di Calder.

-Quando Saladino, il re dei Saraceni, conquistò Gerusalemme, i Cavalieri di Malta dovettero trasferirsi a Cipro, ma costruirono castelli sulle isole greche e sulla costa turca. Usarono perfino le pietre del grande monumento di Mausolo ad Alicarnasso, una delle sette meraviglie del mondo, ma poi dovettero ripiegare su Rodi, e furono scacciati anche da qui. Questa volta il loro nemico era Solimano, che con i suoi duecentomila uomini attaccò

 quei settemila valorosi.

Bevve un lungo sorso di vino, si guardò intorno invitando tutti a fare altrettanto e tornò a colmare il calice. Lo fissò con uno sguardo estasiato.

-Sembra di bere uva, questa è una meraviglia del sole e della terra.

Bevvero tutti e continuarono a rimanere immobili. Si riusciva a sentire il vento frusciare fra le foglie. Una tortora iniziò a tubare. Sembrava un bel suono, tranquillo, forse avvertiva gli altri uccelli che per il momento il pericolo dei falchi era cessato.

-Dopo mesi d’assedio – proseguì Calder – i sopravvissuti ebbero salva la vita ma dovettero abbandonare l’isola. Si rifugiarono a Corinto. Erano rimasti in pochi, ma continuarono a combattere per l’Imperatore del Sacro Romano Impero. Le loro spade e le lance erano sempre pronte a respingere gli attacchi dei musulmani infedeli. Non ci sarebbero stati sacrifici, privazioni, assedi o morti in grado di spaventare quegli uomini. Dopo duecento anni di fedeltà, Carlo V, nel 1530, pensò di offrire loro un omaggio. Una terra tutta per loro: l’isola di Malta. L’intera isola sarebbe stata la loro patria, ma ad una condizione.

Un’altra pausa, un lungo sguardo circolare.

-Un affitto perpetuo.

Calder si guardò intorno soddisfatto, tutti lo ascoltavano con grande attenzione.

-Certo, l’affitto doveva essere favorevole, quei valorosi si erano sempre battuti fedelmente per lui… Sapete quanto avrebbero dovuto pagare ogni anno i cavalieri di Malta ?

-No, Calder, mai saputa questa storia – disse il comandante Kee riempiendo il bicchiere. Anche gli altri scuotevano la testa.

-Il prezzo era un falco. Un falcone maltese che i cavalieri avrebbero dovuto pagare ogni anno al loro sovrano. Un falcus peregrinus brookei addestrato alla caccia sarebbe stato regolarmente inviato ogni anno nel giorno di Ognissanti al Viceré di Sicilia, quale rappresentante dell’Imperatore. Questo fu il prezzo. Un simbolo che avrebbe per sempre suggellato un accordo in cambio della perpetua fedeltà.

un bel libro, vi vonsiglio caldamente di leggerlo.